I modelli di change management offrono utili linee guida a qualsiasi organizzazione alle prese con percorsi di trasformazione digitale. La metodologia, assolutamente comprovata, si focalizza su quattro ‘P’ considerate strategiche per il successo di qualunque progetto legato ai temi dell’innovazione. Queste 4P raccolgono concetti essenzialmente legati a People, Process, Platform e Place: quattro punti d’attenzione che sistematicamente entrano in gioco in tutte le discontinuità aziendali, arrivando a rappresentare i principali fattori abilitanti di qualsiasi cambiamento. Attraverso le sue linee guida il change management consente di sviluppare al meglio ognuna di queste voci, aiutando a coinvolgere le persone, a riorganizzare i processi, a introdurre le piattaforme tecnologiche e a declinare il lavoro tra luoghi fisici e virtuali con l’obiettivo ultimo di centrare gli obiettivi trasformativi delle aziende attraverso percorsi a tappe specifici e personalizzati.
Modelli di Change Management: l’importanza delle ‘Persone’
Qualsiasi progetto di change management parte dalle persone. Senza la loro piena adesione, qualunque cambiamento aziendale è destinato, infatti, al fallimento. Per questo il change management si concentra sull’analisi della loro capacità di adattamento e della loro attitudine ai mutamenti, in modo da mettere a punto le migliori strategie di engagement. Solo così gli utenti potranno trasformarsi nei maggiori driver di cambiamento, promuovendo e sostenendo in prima persona la trasformazione della propria azienda. In particolare, il change management stabilisce tempi, obiettivi e step per vincere resistenze e pericolosi rifiuti, introducendo strumenti non solo in grado di verificare il progressivo adattamento delle risorse, ma anche di aiutare a far comprendere a tutti la convenienza del progetto trasformativo. Una convenienza che non è solo a vantaggio dell’azienda, ma anche degli individui che la popolano.
‘P’ come Processi
Investire nella migliore tecnologia disponibile non garantisce il successo di un progetto trasformativo. Quello che occorre è soprattutto riformulare i processi in modo che diventino più efficienti grazie ai nuovi strumenti adottati. Si tratta di un obiettivo a cui tutti dovrebbe essere chiamati a collaborare, fornendo spunti e riflessioni su possibili ottimizzazioni da introdurre nel proprio modo di lavorare: solo così si potranno allineare obiettivi di business e di produttività individuale, riuscendo a garantire al progetto di trasformazione un successo duraturo nel tempo. Si tratta di un contesto in cui la comunicazione assume un ruolo strategico, attraverso l’utilizzo di strumenti d’uso semplici e assolutamente immediati. Attenzione, quindi, alla loro scelta. La posta elettronica come principale canale di comunicazione non è, per esempio, l’opzione migliore. Oggi troppi utenti soffrono di un sovraccarico di informazioni inviate attraverso questo strumento, con il risultato che spesso ignorano i messaggi mandati via e-mail. Meglio utilizzare canali capaci di attivare conversazioni ‘circolari’, come chat aziendali o focus group, capaci di stabilire rapporti più diretti e interattivi con dipendenti e collaboratori.
Modelli di Change Management: la leva delle ‘Piattaforme’
Persone e processi determinano il successo dei progetti trasformativi, ma è la tecnologia che ne assicura la carica innovativa. Da questo punto di vista, oggi l’attenzione si sta soprattutto concentrando su tutte quelle piattaforme in grado di rivoluzionare l’operatività degli utenti attraverso strumenti tecnologici capaci di incrementarne la produttività grazie a funzionalità collaborative semplici e immediate. Piattaforme cloud in grado di far superare i limiti fisici degli uffici, abilitando un lavoro a distanza che poggia sulla possibilità di accedere ovunque alle applicazioni attraverso qualsiasi dispositivo. Una libertà che sta ridisegnando in modo profondo il workplace dei lavoratori, facendo guadagnare strada a logiche di smart working, che per essere efficacemente adottate richiedono, però, attenti percorsi di change management.
‘P’ come Place
Le nuove piattaforme tecnologiche tendono ad abilitare nuovi luoghi di lavoro non più solo fisici, ma soprattutto virtuali: workplace moderni, essenzialmente basati sul concetto dell’Activity Based Working, ossia improntati alla logica delle attività che ognuno è chiamato a svolgere per raggiungere specifici obiettivi all’interno del proprio team. Si tratta di un nuovo modo di lavorare che tende a responsabilizzare maggiormente le persone, riconoscendo loro maggiore indipendenza e flessibilità su tempi e luoghi di attività. Il passaggio non è immediato e richiede un forte cambio di passo nella cultura tipicamente diffusa all’interno delle aziende, tradizionalmente legata a organigrammi e strutture top-down. Il change management aiuta ad abbracciare questo cambiamento, accompagnando l’introduzione di importanti innovazioni all’interno delle organizzazioni attraverso comprovati percorsi di abilitazione e apertura alla novità.